Potente, muscolosa e ben costruita, la Kawasaki Z900 (2017-2019) è una delle medie di riferimento per chi vuole una sportiva dalla forte personalità estetica e “alla vecchia maniera”, cioè priva di aiuti elettronici alla guida. Non ha difetti oggettivi di cui tenere conto nella fase di acquisto, ma fate attenzione a...
La Kawasaki Z900 è una delle naked “medie” sportive più vendute in Italia: è dal suo arrivo nel 2017 che si gioca il titolo di regina del segmento con un’altra peperina di moto, la Yamaha MT-09. Solo che chi sceglie di passare al lato “verde” del motociclismo lo fa sapendo di non acquistare una moto come le altre, soprattutto se il mezzo in questione è la naked di Akashi, e ancor di più se si tratta della prima serie datata 2017-2019.
A differenza delle concorrenti (in linea con prezzo e prestazioni ci sono anche la BMW F 900 R, la KTM 890 Duke e la Triumph Street Triple R, oltre alla Yamaha sopra citata) lei è una moto che potremmo definire “maschia” e di certo poco incline alla modernità. Se da una parte è la più potente delle “900”, dall’altra batte tutte anche sul lato bilancia (siamo tra i 18-25 kg in più delle altre) e “perde” alla voce dotazione: ha le pinze freno tradizionali e l’elettronica è ridotta ai minimi termini (ABS e le mappe motore Power e Low). Non ha Ride by wire, piattaforme inerziali a 6 assi, ABS Cornering, né cambio elettronico.
Una volta consci di tutto questo, sappiate che la Z900 è una vera giapponese, con finiture curate, dettagli studiati, uno stile riconoscibile, una buona componentistica e doti dinamiche da sportiva. Oltre a un motore che ai medi fa la differenza grazie anche ai suoi 948 cc. Ed è per questi motivi che tra l’usato è parecchio ricercata: chi ce l’ha se la tiene stretta e quando viene messa in vendita va via come il pane, ancora di più se monta qualche accessorio che ne aumenta l’aggressività.
Ecco anche spiegato come mai le sue quotazioni restano piuttosto stabili nel tempo, oltre al fatto che tra il 2017 e il 2019 la moto non è mai cambiata, se non nelle colorazioni. Solo nel 2020 Kawasaki ha messo mano al progetto aggiornandolo nell’estetica e nei contenuti: la seconda versione, che non trattiamo in questo articolo, gode ora di fari a LED, di una strumentazione digitale con collegamento bluetooth, di quattro riding mode e del controllo di trazione.
Comunque, nemmeno l’arrivo di questa nuova versione ha scalfito il valore della prima Z900: tra la pandemia e i ritardi nelle consegne delle moto (problema che vale per tutte le Case) c’è stata un'impennata di richieste che ne ha fatto lievitare i prezzi. Anche della versione A2 (anni 2018-2019), per intenderci quella da 90 CV depotenziabile a 48 (35 kW), buona per i motociclisti più giovani o con poca esperienza. Per quanto riguarda quest’ultima, la procedura per portarla a piena potenza è semplice: il proprio concessionario richiede a Kawasaki il codice di sblocco della centralina; poi bisogna andare in motorizzazione per omologare la moto e aggiornare il libretto di circolazione, per un costo di 250 euro per il codice, più le spese per la pratica.
Se, invece, vi state chiedendo se è possibile arrivare ai 125 CV della Z900 standard, la risposta è no: il motore della versione A2 cambia in tante sue parti interne (dalla termica agli alberi a camme, ai collettori di scarico) e le modifiche sono così profonde che converrebbe vendere la propria moto e acquistarne una nuova. Ci si può comunque accontentare della centralina e di uno scarico aftermarket, magari completo di collettori dal diametro maggiorato, così da raggiungere la soglia dei 100 CV. Il consiglio è quello di acquistarne uno omologato e di verificare due punti: se vi è bisogno di ricalibrare la centralina e, soprattutto, se la sostituzione dei collettori non implichi la rimozione del catalizzatore, rischio perdita dell’omologazione.
Oltre ai consueti controlli dei componenti che tendono a consumarsi, come i supporti in gomma delle pedane, gli pneumatici, i dischi e le pastiglie freno, c’è poco altro cui prestare attenzione. Come spesso accade con una giapponese, anche per la Z900 non si riscontrano problematiche legate alla meccanica: il quattro cilindri di Akashi è solido, oltre che potente, mentre i tagliandi si effettuano ogni 12.000 km con prezzi mediamente contenuti. Segnaliamo infine che per alcune moto del 2017-2018, c’è stato un richiamo ufficiale da parte della Casa relativo alla staffa di fissaggio del leveraggio dell’ammortizzatore. Problema risolto con l’aggiunta di rinforzi, poi adottati in fase di produzione su tutte le moto realizzate successivamente.
Per la famiglia delle Z900 my 2017-2018 (escluse le Z900RS e Café, già provviste della modifica) è segnalato un problema alla staffa di fissaggio del leveraggio del monoammortizzatore, risolto con l’aggiunta di rinforzi aggiuntivi o, nel peggiore dei casi, con la sostituzione del telaio al completo.
I prezzi si intendono per la versione base. Performance e RS hanno valutazioni più elevate, nell’ordine dei 1.000/1.500 euro circa.
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