Cimolai con Astaldi in Cile per il telescopio più grande del mondo - Nord Est Economia

2022-09-24 05:46:03 By : Mr. lou chunhui

Sarà il più grande occhio di sempre a scrutare le profondità dello spazio. Spalancato nel deserto di Atacama, in Cile, all’altezza di oltre 3 mila metri su livello del mare, il nuovo telescopio sarà per buona parte made in Italy. Di più, made in Friuli

Sarà il più grande occhio di sempre a scrutare le profondità dello spazio. Spalancato nel deserto di Atacama, in Cile, all’altezza di oltre 3 mila metri su livello del mare, il nuovo telescopio dell’Eso (European Southern Observatory) sarà per buona parte made in Italy. Di più, made in Friuli.

A realizzarlo infatti è il consorzio d’imprese ACe, costituito da Cimolai, azienda pordenonese leader internazionale nella progettazione e installazione di strutture complesse d’acciaio, Astaldi ed Eie (come subcontraente), impegnato dal 2017 nella costruzione della gigantesca cupola antisismica, grande come un campo da calcio e alta come un palazzo di 30 piani, completamente rotante.

Il nome di battesimo, Elt, rende l’idea delle dimensioni di quello che si prepara a diventare il più grande telescopio ottico del mondo. L’acronimo significa infatti Extremely large telescope e non poteva che chiamarsi così quest’opera imponente - anche per il costo: 1,5 miliardi di euro - che avrà un involucro, il Dome, di 92 metri di diametro e 80 di altezza e un telescopio il cui specchio primario di metri ne misurerà 39.

Alle parti in acciaio, del peso complessivo di 13 mila tonnellate, si aggiungeranno opere civili, meccanismi, impianti e opere di urbanizzazione necessarie all’accesso della zona. Se i numeri non bastassero a rendere l’idea, Eso ha scomodato, presentando i rendering dell’opera, alcune delle costruzioni più imponenti e iconiche del mondo. Una su tutte il Colosseo, alto poco meno di 40 metri contro gli 80 del costruendo Elt.

Iniziato nel 2017, il cantiere che vede impegnata Cimolai, in particolare per la realizzazione della cupola, che da sola peserà 5 mila tonnellate, si concluderà entro il 2027 quando l’Eso prevede di iniziare ad utilizzare il telescopio per le attività di osservazione. Un taglio del nastro slittato di un anno e mezzo, causa Covid 19, che ha costretto anche il grande cantiere cileno a rallentare.

Quantomeno le attività di fondazione sul posto (riprese ormai un anno fa), mentre il lavoro del consorzio italiano ACe, incaricato della costruzione delle cupola e della struttura principale è di fatto andato avanti senza interruzioni, come riferisce la stessa Eso.

Il contratto per la struttura della cupola e del telescopio con ACe copre non solo la progettazione, ma anche la fabbricazione, il trasporto, la costruzione, l’assemblaggio in loco e la verifica della struttura della cupola e del telescopio che dovranno soddisfare una lunga serie di requisiti tra i quali l’alta affidabilità, la bassa manutenzione e la resistenza ai terremoti e ai forti venti. Ritardi compresi, ci vorranno dunque 10 anni per vedere Elt in azione.

Un tempo importante, ma necessario se si considerano le dimensioni e le caratteristiche senza precedenti dello strumento di osservazione, che come detto vanta un enorme involucro esterno, dotato di due aperture scorrevoli, all’interno del quale sarà alloggiato il telescopio, costituito a sua volta di una struttura metallica di dimensioni notevoli, 71 metri di diametro e 62 di altezza.

Con il suo specchio principale da 39 metri e l’esclusivo design a cinque specchi, insieme a una tecnologia all’avanguardia per correggere le distorsioni atmosferiche, Elt fornirà immagini 15 volte più nitide di quelle di Hubble, il telescopio della Nasa in orbita dal 1990 che continua ad essere una delle punte di diamante nell’osservazione dello spazio.

Compito di Elt sarà cercare pianeti extrasolari, vale a dire in orbita attorno ad altre stelle, allo scopo di scovare nell’universo ciò che l’uomo cerca da anni, pianeti simili alla Terra, dove sia possibile la vita. Sarà inoltre utilizzato per ampliare i confini scientifici in campi quali la formazione di galassie, lo studio dell’energia e della materia oscura.

Con un giro d’affari di circa mezzo miliardo di euro l’anno, 3 mila dipendenti e cantieri in tutto il mondo, Cimolai in questi anni si è imposta a livello internazionale nel campo delle grandi opere in acciaio.

Accanto a Elt, l’azienda di Luigi Cimolai è impegnata infatti in diverse altre maxi opere come la realizzazione delle facciate della stazione di Mons, in Belgio, progettata dall'Architetto Santiago Calatrava, l'edificio principale del nuovo quartiere Mareterra nel Principato di Monaco, progettato dagli architetti Renzo Piano, Denis Valode e Michel Desvigne, nonché delle strutture metalliche e delle facciate del nuovo Science Gateway del Cern di Ginevra.

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