3 fenomeni assurdi nel mondo dovuti all'eruzione di Tonga, per capire quanto è stata enorme

2022-07-30 03:48:39 By : Ms. Vivian Wu

Dal boom sonico alla petroliera in Perù fino alle onde gravitazionali atmosferiche, alcune fra le più incredibili conseguenze

L’eruzione del vulcano sottomarino, ma con una caldera a filo d’acqua, Hunga Tonga-Hunga Ha’apai del 15 gennaio ha prodotto un’enorme nuvola di cenere e uno tsunami le cui conseguenze, dopo giorni di isolamento internazionale, iniziamo a comprendere solo in queste ore con l’arrivo dei primi voli di soccorso nel piccolo regno polinesiano nel Pacifico meridionale, costituito da 170 isole e poco più di 100mila abitanti.

L’eruzione, a quanto sembra una del genere ne accade ogni mille anni, è stata provocata da una subduzione, un movimento tettonico nel quale una placca terreste finisce per slittare sotto il bordo di un’altra. Non è un caso che le zone di subduzione, in particolare nell’“anello di fuoco” che circonda il Pacifico, producano alcuni fra i fenomeni più violenti che si registrano sul pianeta. Secondo la Nasa la forza esplosiva dell’eruzione sarebbe di 500 volte più potente della bomba atomica sganciata su Hiroshima al termine della seconda Guerra mondiale, circa 10 megaton di equivalente in TNT. La cenere ricopre spiagge, abitazioni, infrastrutture, il cavo sottomarino che collega Tonga alle isole Fiji e la connette al mondo è danneggiato e ci sono forti preoccupazioni sulle riserve di derrate alimentari e soprattutto di acqua dolce.

Tre conseguenze danno l’idea della violenza del fenomeno, in realtà iniziato già dallo scorso dicembre. Potrebbe ad esempio aver prodotto una serie di cosiddette onde gravitazionali atmosferiche. Ne parla Gareth Dorrian su The Conversation, spiegando come siano in corso delle ricerche per capire in che modo queste onde concentriche possano avere effetti sullo Spazio.

“Poiché l'atmosfera è per lo più trasparente agli occhi umani, raramente la pensiamo come una struttura complessa e dinamica con molti strati distinti. Le propaggini superiori della nostra atmosfera si estendono ben al di sopra della linea di Kármán, il punto a 100 km sul livello del mare dove lo spazio inizia ufficialmente” spiega Dorrian, scienziato dell’università di Birmingham che ricorda come questi strati atmosferici siano pieni di onde che viaggiano in ogni direzione e che possono essere generate da un gran numero di fenomeni: tempeste geomagnetiche causate da esplosioni sul Sole, terremoti, vulcani, temporali e persino l'alba.

Le eruzioni vulcaniche in passato sono state associate a cambiamenti misurabili nella ionosfera, una delle parti più distanti dell’atmosfera che si estende da 65 a mille km, rilevati dai ricevitori GPS a terra, ad esempio nel 2015 e nel 2013. Anche in caso di Hunga Tonga-Hunga Ha’apai potrebbe aver prodotto conseguenze simili, si capirà solo nelle prossime settimane.

Un'altra conseguenza che dà l’idea della potenza esplosiva è stato il boom sonico percepito a migliaia di chilometri di distanza da Tonga. Uno dei punti più distanti in cui è stato chiaramente distinto è lo stato americano dell’Alaska, a quasi 10mila chilometri dal vulcano. Ma ci sono numerosissime testimonianze in molte parti del mondo: dal Minnesota al Montana alle (relativamente) vicine Australia e Nuova Zelanda (2.000 km). L’onda d’urto è stata invece registrata perfino dai sismografi nel Regno Unito, a 16mila chilometri dal regno polinesiano.

Nel più classico dei “butterfly effect”, infine, alla raffineria La Pampilla di Callao, il porto di Lima, in Perù, una petroliera italiana ha rovesciato in mare parte del carico di greggio a causa di un’ondata attribuibile allo tsunami innescato dal collasso della caldera del vulcano. La Mare Doricum, attraccata alla banchina dell’impianto gestito da Repsol, si è piegata sotto l’urto del mare e i tubi di scarico si sono tranciati, provocando il rilascio di almeno 6 mila barili di greggio. La cifra è stata stimata da Rubén Ramírez, ministro dell’ambiente del paese sudamericano. Già martedì scorso le spiagge a Nord della raffineria, come siamo tristemente abituati a vedere in queste tragiche occasioni, erano piene di animali come uccelli marini, leoni marini e delfini ricoperti di petrolio e inermi a riva o morti.

"Si tratta del peggior disastro ecologico che si è verificato intorno a Lima negli ultimi tempi e ha gravemente danneggiato centinaia di famiglie di pescatori - ha spiegato il ministro in una dichiarazione pubblicata su Twitter - Repsol deve risarcire immediatamente il danno". Il direttore delle comunicazioni dell'azienda, Tine Van Den Wall Bake, ha negato ogni responsabilità: "Non siamo stati noi a causare questo disastro ecologico e non possiamo dire chi sia il responsabile", ha detto mercoledì alla radio nazionale.